COMUNICATO STAMPA - RISULTATI 9 MESI 2017
DATI RICLASSIFICATI1
Primi nove mesi
1 gennaio-30 settembre
-Margine di intermediazione a 371,3 milioni di euro (+56,2%);
-Risultato netto della gestione finanziaria 391,7 milioni di euro (+79,5%);
-Costi operativi a 186,2 milioni di euro (+56,9%);
-Utile netto di periodo a 149,1 milioni di euro (+125,0%);
-Costo del rischio verso imprese (settore Crediti commerciali, Corporate banking, Leasing) pari a -19 bp;
-Rapporto sofferenze nette /impieghi verso le imprese all'1,6% (1,2% al 31 dicembre 2016);
-Coverage ratio delle sofferenze lorde verso le imprese all'89,3% (92,0% al 31 dicembre 2016);
-Totale risorse del Gruppo: 1.432 persone (1.323 al 31.12.2016);
-Common Equity Tier 1 (CET1)2: 17,14% (15,82% all'1 gennaio 2017);
-Tier 1 Capital Ratio (T1)2: 17,14% (15,82% all'1 gennaio 2017);
-Total Own Fund Ratio2: 17,14% (15,83% all'1 gennaio 2017).
DATI RICLASSIFICATI1
Terzo trimestre
1 luglio-30 settembre
-Margine di intermediazione a 121,3 milioni di euro (+39,8%);
-Risultato netto della gestione finanziaria 123,2 milioni di euro (+48,4%);
-Costi operativi a 63,6 milioni di euro (+51,7%);
-Utile netto di periodo a 45,5 milioni di euro (+67,5%);
Mestre (Venezia), 9 novembre 2017 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca IFIS si è riunito oggi sotto la presidenza di Sebastien Egon Fürstenberg ed ha approvato i risultati finanziari del Gruppo relativi ai primi nove mesi del 2017.
"Abbiamo lavorato con determinazione e dinamismo per posizionare la Banca sui sentieri dello sviluppo sostenibile. Il mercato è difficile e i tassi a zero non aiutano. Per competere in questo contesto è necessario attivare elevate energie da parte di tutte le persone del Gruppo" è il commento di Giovanni Bossi, Amministrazione Delegato di Banca IFIS. "Un impegno che c'è e che valorizza la competenza delle risorse nei vari business, ma che richiede insieme grande elasticità nell'affrontare nuovi target e riposizionamenti di mercato mantenendo sempre presenti gli obiettivi del periodo e del piano strategico triennale. Un esito che mi porta a dire non solo che la roadmap di integrazione dell'ex Gruppo Interbanca è rispettata, ma che si tratta di un processo completato, che ora diventa a tutti gli effetti crescita e sviluppo". "Ci aspetta - continua l'AD - un'accelerazione dello sviluppo digitale che vede nell'ultima parte dell'anno il rilascio di due portali verso le nostre due tipologie di clienti, imprese e famiglie. Diciamo no al digitale come moda e fine a se stesso, diciamo sì al digitale che abilita e che migliora l'esperienza dell'utente nel dialogo con la Banca.
Principali dinamiche (dati riclassificati1)
Margine di intermediazione1 pari a 371,3 milioni di euro (237,7 milioni di euro al 30 settembre 2016, +56,2%). La performance positiva registrata è da attribuirsi ad una serie di fattori quali il processo di consolidamento dell'ex Gruppo Interbanca, con l'apporto positivo dei segmenti Leasing e Corporate banking. Su entrambi, oltre alle buone dinamiche gestionali, si registra l'effetto positivo dello smontamento temporale del differenziale fra il valore di fair value determinato in sede di business combination e il valore contabile dei crediti iscritti nel bilancio di Interbanca e di IFIS Leasing, i cui dettagli per settore sono descritti di seguito. Contribuisce alla crescita dei nove mesi il risultato molto positivo dei Crediti fiscali, mentre la pressione sui margini nell'area del credito alle imprese a breve termine (Crediti commerciali) incide in particolare sulla fascia media e grande delle imprese servite, anche derivanti dal portafoglio di clienti dell'ex Gruppo Interbanca. Per quanto concerne l'Area NPL, la dinamica delle cessioni di portafogli nei primi 9 mesi è stata meno sostenuta rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La buona gestione dei portafogli in essere ha comportato una migliore qualità degli accordi di pagamento ottenuti. Il margine di intermediazione al 30 settembre 2017 risulta influenzato anche dai costi legati all'ottenimento del funding relativo all'acquisizione. Nel corso del 2017 si è dato avvio alla razionalizzazione della struttura del costo del funding.
L'istituto ha, in particolare:
-perfezionato a fine maggio l'emissione di un bond senior, scadenza 3 anni, dell'importo di 300 milioni, quotato all'Irish Stock Exchange;
-perfezionato a metà ottobre l'emissione di un bond Tier 2, scadenza 10 anni richiamabile dopo 5 anni, dell'importo di 400 milioni di euro, quotato all'Irish Stock Exchange;
-aggiornato il 31 ottobre 2017 i tassi del conto deposito rendimax e del conto deposito contomax; contestualmente ha comunicato l'aggiornamento dell'imposta di bollo per la raccolta retail, che con decorrenza 1 gennaio 2018 sarà a carico del cliente sia per il conto deposito rendimax sia per il conto corrente contomax;
-ottimizzato i costi delle cartolarizzazioni avviate per l'acquisizione dell'ex Gruppo Interbanca, con parziale chiusura di alcune delle stesse.
Le rettifiche di valore nette si attestano ad un valore positivo (write-back) di 20,4 milioni di euro verso un saldo negativo di 19,5 milioni di euro nei primi nove mesi del 2016. il costo della qualità dei crediti verso le imprese si attesta ad un valore negativo pari a 19 bp; relativamente al settore dei Crediti bommerciali esse ammontano a 14,3 milioni di euro rispetto a 15,2 milioni al 30 settembre 2016 (-6,9%). Questo risultato conferma la buona capacità di erogazione dell'Istituto in un quadro di attenzione all'assunzione consapevole del rischio di credito. Le rettifiche relative al settore Leasing sono pari a 4,0 milioni di euro, quelle relative al settore Crediti fiscali a 0,2 milioni di euro mentre si rilevano riprese di valore nel Corporate banking per 38,9 milioni derivanti in particolare da due posizioni individualmente significative. Con particolare riferimento alle rettifiche dei crediti Area NPL si segnala che i 23,1 milioni di euro (23,6 milioni di euro al 30 settembre 2016) sono stati riclassificati fra gli interessi attivi e proventi assimilati al fine di fornire una rappresentazione maggiormente aderente alle peculiarità di tale business che vedono le stesse parte integrante del rendimento.
Costi operativi pari a 186,2 milioni di euro (118,7 milioni al 30 settembre 2016, +56,9%). Il cost/income ratio (rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione) ammonta al 50,1% rispetto al 49,9% dello stesso periodo dell'anno precedente. L'incremento dei costi operativi è principalmente da imputare al consolidamento dell'ex Gruppo Interbanca che contribuisce alla voce per 36,9 milioni di euro (al netto del contributo portato da IFIS Factoring fusa con effetti dal 1° gennaio 2017). Le spese per il personale sono pari a 73,8 milioni di euro (41,9 milioni a settembre 2016, +76,0%). In totale il numero dei dipendenti del Gruppo a fine settembre 2017 è di 1.432 risorse contro 1.323 risorse al 31 dicembre 2016, con un aumento nei primi nove mesi del 2017 dell'8,3%. Le spese amministrative, pari a 104,1 milioni di euro contro i 70,5 milioni di euro al corrispondente periodo 2016 registrano un incremento del 47,7%.
L'utile netto di periodo del Gruppo al 30 settembre 2017 si attesta a 149,1 milioni di euro rispetto ai 66,3 milioni del 30 settembre 2016, con un incremento del 125,0%.
Ai fini di una corretta lettura dei risultati di periodo e dei dati comparativi si segnala che, a seguito dei mutamenti dei tassi di interesse nel mercato e dei tassi di raccolta dell'istituto, si è resa necessaria a far data dal 2017 la revisione della metodologia di calcolo dei tassi interni di trasferimento fondi e il conseguente aggiornamento degli stessi. Per agevolare la comparazione dei due periodi di riferimento si espongono per tutti i settori i relativi risultati 2016 secondo le nuove logiche di funding 2017.
Con riguardo al contributo dei singoli settori alla formazione dei risultati economico-patrimoniali al 30 settembre 2017, si riportano di seguito le principali dinamiche:
Crediti verso le imprese (voce che comprende i settori Crediti commerciali, il Leasing ed il Corporate banking): totalizza un margine di intermediazione complessivo pari a 252,9 milioni di euro. Il totale dei crediti verso le imprese è pari a 5.067,9 milioni di euro rispetto a 5.233,8 milioni al 31 dicembre 2016 (-3,2%). La dinamica è riconducibile prevalentemente ad una contrazione nel settore dei crediti commerciali (-11,6%) attribuibile alla pressione sui margini in particolare nella fascia media e grande delle imprese servite, derivanti dal portafoglio clienti dell'ex Gruppo Interbanca, mentre risulta in incremento il settore del Corporate banking (+11,7%) e del Leasing (+7,1%). In particolare la distribuzione delle esposizioni creditizie verso la clientela imprese mostra una quota del 15,0% verso il settore pubblico e dell'85,0% verso il settore privato.
Nel dettaglio, i Crediti Commerciali realizzano un margine di intermediazione pari a 97,6 milioni di euro (101,7 milioni di euro nei primi nove mesi 2016, -4,0%); il turnover del settore sale a 8,0 miliardi di euro (+6,3% rispetto al 30 settembre 2016), con un numero di imprese clienti pari 5.238 (+6,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente). Il Corporate Banking realizza un margine di intermediazione pari a 108,8 milioni di euro. Tale importo include per 79,0 milioni di euro l'effetto positivo dello smontamento temporale del differenziale fra il valore di fair value determinato in sede di business combination e il valore contabile dei crediti iscritti nel bilancio della controllata Interbanca, originato principalmente dalle posizioni allocate al Workout & Recovery e Structured Finance. L'esposizione dei crediti nel settore Corporate Banking è pari a 1,0 miliardi di euro (+11,7%). Il margine di intermediazione del Leasing risulta pari a 46,5 milioni di euro grazie al positivo sviluppo sostenuto dagli impieghi con effetto positivo sulle crescenti quote di mercato, nonché per l'effetto positivo derivante dallo smontamento temporale del differenziale fra il valore di fair value determinato in sede di business combination e il valore contabile dei crediti iscritti nel bilancio della controllata, pari a 7,9 milioni di euro. Il valore nominale dei crediti gestiti nel settore è pari a 1,3 miliardi di euro.
Area NPL1 realizza un margine di intermediazione pari a 108,4 milioni di euro rispetto ai 107,4 milioni dello stesso periodo dell'anno precedente (+0,9%). Nel risultato sono inclusi gli utili derivanti da cessioni di portafoglio per 17,7 milioni di euro (26,8 milioni di euro al 30 settembre 2016). L'Area NPL ha acquistato nei primi nove mesi del 2017 portafogli di crediti per 3,8 miliardi di euro di valore nominale, raggiungendo complessivamente n. 1.507.346 posizioni (corrispondenti ad un valore nominale pari a 12,5 miliardi di euro).
Crediti Fiscali realizza un margine di intermediazione pari a 12,0 milioni di euro, in aumento del 16,2% rispetto ai 10,4 milioni al 30 settembre 2016.
Governance e Servizi registra un margine di intermediazione negativo di 2,0 milioni di euro. Il risultato è da imputare principalmente al minor apporto complessivo del portafoglio titoli di Stato, che nei primi nove mesi 2016 contribuiva con interessi attivi per 12,6 milioni, nonché ai significativi costi legati al funding addizionale che Banca IFIS ha sostenuto e sostiene nel 2017 in relazione alla conclusione dell'operazione di acquisizione dell'ex Gruppo Interbanca.
Di seguito la composizione delle attività deteriorate nette dei crediti verso imprese:
-le sofferenze nette ammontano a 83,5 milioni, rispetto ai 65,1 milioni di euro di fine esercizio 2016 (+28,2%); il rapporto tra le sofferenze nette e gli impieghi netti si attesta al 1,6%, in aumento rispetto all'1,2% di dicembre 2016. Il coverage ratio si attesta al 89,3% (92,0% al 31 dicembre 2016);
-la categoria delle inadempienze probabili nette presenta un saldo di 181,0 milioni rispetto ai 207,3 milioni di fine 2016 (-12,7%); il coverage ratio si attesta al 45,4% rispetto al 45,9% di fine 2016.
-le esposizioni scadute deteriorate nette ammontano a 154,0 milioni contro i 137,4milioni a dicembre 2016 (+12,0%). L'incremento dello scaduto è da attribuirsi in parte ad un fisiologico incremento dello scaduto verso PA e in parte all'ingresso di nuove posizioni scadute private. Il coverage ratio delle esposizioni scadute deteriorate nette si attesta al 3,0% (2,6% al 31 dicembre 2016).
Complessivamente, i crediti deteriorati lordi verso le imprese (che comprende i settori Crediti Commerciali, Corporate banking e Leasing) sono pari a 1.282,1 milioni di euro a fronte di rettifiche di valore pari a 863,5milioni, con un coverage ratio del 67,4%.
Il patrimonio netto consolidato a fine periodo si attesta a 1.338,7 milioni di euro rispetto ai corrispondenti valori così come riesposti di 1.228,6 milioni del 31 dicembre 2016.
Il CET12, il Capitale di Classe 1 (T12) ed il Total Own Fund Ratio2 consolidati del solo Gruppo Banca IFIS, senza considerare gli effetti del consolidamento della controllante La Scogliera al 30 settembre 2017, si attestano al 17,14% rispetto ai dati riesposti al 1 gennaio 2017 pari al 15,82% del CET1 e del T1 e pari al 15,83% del Total Own Fund Ratio.
Per maggiori dettagli si rimanda al Resoconto Intermedio di gestione consolidato al 30 settembre 2017 a disposizione nella sezione "Investitori Istituzionali" del sito internet ufficiale www.bancaifis.it
1 Le rettifiche di valore nette su crediti afferenti all'Area NPL, pari a 23,1 milioni al 30 settembre 2017 e a 23,6 milioni al 30 settembre 2016, sono state riclassificate fra gli interessi attivi e proventi assimilati al fine di dare una rappresentazione maggiormente aderente alle peculiarità di tale business, che vede le rettifiche di valore nette parte integrante del rendimento.
2 Il totale fondi propri indicato è relativo al solo perimetro del Gruppo Banca IFIS, che dunque esclude gli effetti derivanti dal consolidamento ai fini prudenziali nella controllante La Scogliera S.p.A. I fondi propri, le attività ponderate per il rischio ed i coefficienti di solvibilità consolidati al 30 settembre 2017 sono stati determinati avendo a riferimento i principi regolamentari contenuti nella Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) e nel Regolamento (UE) 575/2013 (CRR) del 26 giugno 2013 recepiti nelle Circolari della Banca d'Italia n. 285 e n. 286 del 17 dicembre 2013. L'articolo 19 del CRR prevede l'inclusione ai fini del consolidamento prudenziale della holding del Gruppo bancario non consolidata nel patrimonio netto contabile. Il CET1 al 30 settembre 2017 comprendente La Scogliera S.p.A. è pari al 15,65% rispetto al 14,80% del 31 dicembre 2016, il Capitale di classe 1 (T1) si attesta a 16,01% rispetto al 15,05% mentre il Total Own Fund Ratio si attesta al 16,49% rispetto al 15,39% del 31 dicembre 2016. Si segnala che i dati comparativi al 31 dicembre 2016 sono riesposti per tenere conto della modifica dei saldi di apertura avvenuta a seguito della definizione del costo sostenuto per l'acquisizione dell'ex Gruppo GE Capital Interbanca con il cedente.